Terza Tenda- Gli Insensibili

Terza Tenda- Gli Insensibili

Più in là di stoffa un capannone cinto
S'ergea d'angustia a soffocar chi alloggia
L'aspetto spoglio già m'avea convinto
Che interno ad esso brulla era la foggia

Passammo accanto a piccola apertura
Da dove appena si vedea l'interno
Con vampe fioche e ondeggi d'andatura
L'ombre isolate ferme per lo scherno

Sporsi a guardare verso d'una tizia
Vestita come fosse bucavene
Sembianza di chi malattia non vizia
Forando i bracci senza provar pene

Riscatto suo per l'insensibil sfregio
Parea più colpa della colpa stessa
Ridotta a sopportare un florilegio
D'un pargolo che di vagir non cessa

Negli occhi avversi della disgraziata
Leggevo un lacrimar di pentimento
Freddezza sua rivolta all'ammalata
Si consumava intera in quel lamento

Qual gramo l'avvenire doloroso
Che aspetta chi di spietatezza infama
Lavoro suo che vogliono amoroso
Quel che ha bisogno e in quel momento chiama



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