La struttura del piede, a causa dei suoi assi sempre variabili e discontinui) non consente la creazione di un protocollo standard per uno studio generale di tutto il piede. E’ quindi necessario dividere il piede in 4 zone principali: dita, metatarsi, tarso, caviglia; ciascuno con i suoi piani e protocolli specifici.
STUDIO DEL DITO DEL PIEDE
QUESTIONARIO CLINICO:
Interventi chirurgici al piede o a parti anatomiche limitrofe?
Traumi?
Distorsioni?
Qual’è il motivo specifico per cui viene eseguito l’esame?
PREPARAZIONE DEL PAZIENTE:
Nessuna preparazione particolare
BOBINE UTILIZZATE:
Se disponibile la bobina phased array dedicata, oppure la bobina flex phased array, in alternativa la bobina flex
POSIZIONAMENTO DEL PAZIENTE:
Supino. Feet first .Per il posizionamento della bobina vedere le specifiche tecnica della propria apparecchiatura.

CENTRATURA: generalmente al centro della bobina o Al centro della zona di interesse. A causa dei problemi sul Fat Sat da artefatti da aria e disomogeneità, è consigliabile posizionare il dito in questione al centro della bobina (a costo di non studiare le altre dita).
PIANI DI SCANSIONE:
Innanzitutto un po’ di chiarezza su quali sono i piani coronali e quelli assiali:
Nelle indicazioni che vengono date, si fa riferimento ad una sindrome dolorosa specifica di un dito, in particolare il 3°. Se la sindrome dolorosa riguarda un altro dito è consigliabile adattare le obliquità agli assi principali di quel segmento.
Nello studio delle dita si possono limitare gli strati ma è fondamentale utilizzare uno strato sottile di 2mm.
Con qualunque dei 3 piani è sufficiente coprire la zona del dito o quella dolorosa.
Le scansioni assiali :
Sul reperaggio assiale verificare che la scansione copra l’area di interesse.
Sul reperaggio coronale gli strati devono avere un obliquità perpendicolare all’asse lungo del dito. Deve essere verificata la posizione in RL, il centro di solito è a livello dito in questione.
Sul reperaggio sagittale gli strati devono avere un obliquità perpendicolare all’asse lungo del dito. Deve essere verificata la posizione in SI, il centro di solito è a livello dito in questione.




Le scansioni assiali permettono di studiare bene i margini mediale e laterale delle dita e i legamenti collaterali.
Le scansioni coronali:
Sul reperaggio assiale gli strati devono essere perpendicolari all’asse maggiore del dito e di solito il centro del pacchetto si trova sul dito stesso. .
Sul reperaggio coronale verificare che la scansione copra l’area di interesse.
Sul reperaggio sagittale gli strati devono essere perpendicolari all’asse lungo del dito e deve essere verificata la posizione in SI di solito il centro del pacchetto si trova alla metà del dito stesso.




Nelle scansioni coronali non si studia bene nessuna struttura ma si vedono bene le parti interne ed esterne all’osso, senza il problema dell’artefatto di volume parziale presente in assiale e sagittale.
Le scansioni sagittali :
Sul reperaggio assiale gli strati devono seguire l’asse lungo del dito e deve essere verificata la posizione in SI, di solito il centro del pacchetto si trova alla metà del dito stesso.
Sul reperaggio coronale devono seguire una linea immaginaria dell’asse di raggio (di solito verticale) del dito; deve essere verificata la posizione in SI e il centro del pacchetto si trova alla metà del dito stesso.
Sul reperaggio sagittale verificare che la scansione copra l’area di interesse.


Le scansioni sagittali permettono uno studio nel dettaglio del margine superiore ed inferiore del dito e dei tendini estensore e flessori.
DECODIFICA DI FASE dei piani di scansione e posizionamento presaturazioni
I riferimenti dati si intendono con il piede in posizione verticale, con la parte posteriore del tallone appoggiata al lettino. Nel caso si utilizzi una posizione diversa (ad es. ginocchio semiflesso e pianta del piede appoggiata al lettino) si devono riadattare le direzioni.
I risultati più accurati si ottengono con queste impostazioni:
Sagittale: direzione della fase SI.
Coronale: direzione della fase SI.
Assiale: direzione della fase RL.
CARATTERISTICHE DELLE SEQUENZE (vedi anche caratteristiche generiche delle sequenze+link):
SE o TSE T1: molto utilizzata
Vantaggi: Utile per effettuare valutazione comparativa pre e post contrasto. Ottima valutazione delle strutture ossee. Alta sensibilità per le emorragie intraparenchimali subacute.
Svantaggi: artefatto da magic angle. Basso contrasto dei parenchimi.
SE o TSE T1 con soppressione del grasso
Vantaggi: utile per valutare le eventuali strutture grassose. Utile per effettuare valutazione comparativa pre e post contrasto
Svantaggi: basso contrasto dei parenchimi. Alcuni artefatti da soppressione del grasso soprattutto a livello delle dita a causa delle dimensioni limitate della parte anatomica.
TSE T2:
Vantaggi:. Poco soggetta ad artefatti da metalli. Pochi artefatti da pulsazione. Buona visualizzazione delle strutture arteriose e venose.
Svantaggi: bassa sensibilità alle lesioni ossee.
TSE T2 FAT SAT
Vantaggi: buona sensibilità alle lesioni ossee.
Svantaggi: Alcuni artefatti da soppressione del grasso soprattutto a livello delle dita a causa delle dimensioni limitate della parte anatomica.
TSE DP FAT SAT:
Vantaggi: alta risoluzione. Buona sensibilità alle lesioni legamentose.
Svantaggi: Meno sensibile della STIR alle lesioni ossee. Alcuni artefatti da soppressione del grasso soprattutto a livello delle dita a causa delle dimensioni limitate della parte anatomica. Molto soggetta ad artefatti da metalli.
STIR T2: molto utilizzata
Vantaggi: Buone informazioni delle strutture circondate da grasso. Ottima valutazione delle strutture ossee.
Svantaggi: Risoluzioni non elevate.
GRE T1:
Vantaggi: Ottimo dettaglio a livello osseo anche se la sensibilità alle lesioni è inferiore alle TSE. Artefatti da pulsazione molto limitati, anche dopo contrasto. Breve tempo di acquisizione. Buono studio della cartilagine.
Svantaggi: basso contrasto dei parenchimi e a livello osseo.
GRE T2*: poco utilizzata
Vantaggi: Alta sensibilità alle lesioni legamentose. Alta sensibilità per le lesioni emorragiche. Alta sensibilità alle calcificazioni. Buono studio della cartilagine.
Svantaggi: bassa sensibilità alle lesioni ossee.
GRE T2 o T1 3D FAT SAT: le sequenze possono avere caratteristiche e nomi diverse a seconda delle case costruttrici.
Vantaggi: ottimo studio della cartilagine articolare
Svantaggi: poco contrasto per le strutture rimanenti.
PROTOCOLLI DI STUDIO
Studio standard:
Tutte le sequenze dei protocolli di base hanno scansioni da 2 a 3,5 mm
AX TSE T1
SAG DP FAT SAT
COR TSE T1
AX o COR STIR a seconda della topografia della patologia riscontrata