QUESTIONARIO CLINICO:
Interventi chirurgici al piede o a parti anatomiche limitrofe?
Traumi?
Distorsioni?
Qual’è il motivo specifico per cui viene eseguito l’esame?
PREPARAZIONE DEL PAZIENTE:
Nessuna preparazione particolare
BOBINE UTILIZZATE:
Se disponibile la bobina phased array/SENSE dedicata (a volte può essere la bobina del ginocchio), oppure la bobina flex phased array/SENSE, in alternativa la bobina flex
POSIZIONAMENTO DEL PAZIENTE:
Supino. Feet first . Il piede dovrebbe essere posizionato in modo che formi un angolo di 90° con l’asse lungo della tibia, in modo da facilitare il posizionamento delle assiali e coronali). Per il posizionamento della bobina vedere le specifiche tecnica della propria apparecchiatura.

CENTRATURA: generalmente al centro della bobina o al centro della zona di interesse.
PIANI DI SCANSIONE:
Non è possibile dare una definizione specifica dello studio del tarso a causa della complessità dei rapporti articolari tra le varie ossa che lo compongono. E’ utile eseguire uno studio centrato sulla zona dolorosa o sulla zona in cui vi è il sospetto di patologia. È quindi necessario ragionare sul fatto che ciascun osso ha tre assi maggiori e, se lo studio è indirizzato ad un determinato osso, le scansioni devono seguire questi assi.
Se non esiste nessuna indicazione specifica si può procedere utilizzando dei piani che si avvicinino sostanzialmente a quelli dello studio dei metatarsi o a quello della caviglia a seconda che il dolore di irradi più verso una delle due strutture citate.
Di seguito qualche esempio di inclinazione degli strati.
Obliquità per lo studio della zona del cuboide



Obliquità per lo studio della zona dei cuneiformi-navicolare






DECODIFICA DI FASE dei piani di scansione e posizionamento presaturazioni
I risultati più accurati si ottengono con queste impostazioni:
Sagittale: direzione della fase SI, eventuale presaturazione superiore e posteriore.
Coronale: direzione della fase RL, eventuale presaturazione posteriore.
Assiale: direzione della fase RL, eventuale presaturazione superiore.
CARATTERISTICHE DELLE SEQUENZE (vedi anche caratteristiche generiche delle sequenze):
SE o TSE T1: molto utilizzata
Vantaggi: Utile per effettuare valutazione comparativa pre e post contrasto. Ottima valutazione delle strutture ossee. Alta sensibilità per le emorragie intraparenchimali subacute.
Svantaggi: artefatto da magic angle. Basso contrasto dei parenchimi.
SE o TSE T1 con soppressione del grasso
Vantaggi: utile per valutare le eventuali strutture grassose. Utile per effettuare valutazione comparativa pre e post contrasto
Svantaggi: basso contrasto dei parenchimi. Alcuni artefatti da soppressione del grasso.
TSE T2:
Vantaggi:. Poco soggetta ad artefatti da metalli. Pochi artefatti da pulsazione. Buona visualizzazione delle strutture arteriose e venose.
Svantaggi: bassa sensibilità alle lesioni ossee.
TSE T2 FAT SAT
Vantaggi: buona sensibilità alle lesioni ossee.
Svantaggi: Alcuni artefatti da soppressione del grasso.
TSE DP FAT SAT:
Vantaggi: alta risoluzione. Buona sensibilità alle lesioni legamentose.
Svantaggi: Meno sensibile della STIR alle lesioni ossee. Alcuni artefatti da soppressione del grasso soprattutto a livello del sottocute.
STIR T2: molto utilizzata
Vantaggi: Buone informazioni delle strutture circondate da grasso. Ottima valutazione delle strutture ossee.
Svantaggi: Risoluzioni non elevate.
GRE T1:
Vantaggi: Ottimo dettaglio a livello osseo anche se la sensibilità alle lesioni è inferiore alle TSE. Artefatti da pulsazione molto limitati, anche dopo contrasto. Breve tempo di acquisizione. Buono studio della cartilagine.
Svantaggi: basso contrasto dei parenchimi e a livello osseo.
GRE T2*:
Vantaggi: Alta sensibilità alle lesioni legamentose. Alta sensibilità per le lesioni emorragiche. Alta sensibilità alle calcificazioni. Buono studio della cartilagine.
Svantaggi: bassa sensibilità alle lesioni ossee.
GRE T2 o T1 3D FAT SAT: le sequenze possono avere caratteristiche e nomi diverse a seconda delle case costruttrici.
Vantaggi: ottimo studio della cartilagine articolare
Svantaggi: poco contrasto per le strutture rimanenti.
PROTOCOLLI DI STUDIO:
Non è possibile definire un protocollo preciso.
E’ consigliabile eseguire come prima sequenza una STIR, in modo da avere subito un idea sulla localizzazione della lesione. Il piano più consigliato è quello sagittale perché meno soggetto a differenze di obliquità tra le varie strutture.
Si procede poi incrociando con i 2 piani perpendicolari con le solite sequenze (TSE T1, TSE T2 con o senza Fat Sat, TSE DP Fat Sat). L’obliquità deve essere decisa in funzione delle strutture toccate dal processo patologico e daòll’estensione dello stesso.
La somministrazione di mdc endovenoso è limitata ai casi in cui vi è un sospetto di patologia tumorale o infettiva.