FRACTURE (Fast Field Echo Resembling a CT using Restricted Echo-Spacing) è una tecnica di risonanza magnetica che ottiene una rappresentazione simile alla TCgrazie all’uso di una sequenza 3D GRE multi-eco , abbinata a una specifica elaborazione post-acquisizione mirata.
Durante l’acquisizione, vengono registrati più echi in corrispondenza di tempi “in fase” quindi a TE precisi (ad esempio, 2,3 ms a 3T), scelti in modo da ridurre gli artefatti da chemical shift e gli effetti di de-fasamento T2* ai margini tra tessuti. Questo approccio consente da un lato una migliore risoluzione spaziale del segnale osseo, permettendo di delineare in modo piu netto la corticale e la trabecolare, e dall’altro limita la perdita rapida di segnale dovuta alle variazioni locali di campo magnetico (B0), preservando l’intensità del segnale e migliorando il contrasto nei tessuti a T2 breve.

Una volta effettuata l’acquisizione, si applica un’elaborazione in due fasi:
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somma delle immagini di tutti gli echi per migliorare significativamente il rapporto segnale/rumore (SNR);
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sottrazione dell’immagine dell’eco più tardivo (dove i tessuti a T2 breve hanno ormai perso quasi tutto il segnale) dalla somma totale.
Questa sottrazione inverte i rapporti di intensità dei grigi, facendo apparire l’osso corticale scuro e i tessuti molli relativamente chiari, simulando così il contrasto osseo tipico della TC.
Tra i parametri di sequenza da segnalare un piccolo angolo di ribaltamento (FA) e un tempo di ripetizione breve (TR), scelti per migliorare ulteriormente la differenziazione tissutale, permettendo immagini ad alta risoluzione (voxel sotto i 0,6 mm), con ovvia utilità nello studio di fratture e patologie ossee.
FRACTURE può essere combinata con tecniche di separazione acqua-grasso, selezionando tempi di eco in fase adeguati per sopprimere artefatti da spostamento chimico e segnali adiposi, migliorando così la definizione e il contrasto dell’osso. L’uso di metodi di soppressione del grasso, come l’eccitazione selettiva dell’acqua o impulsi RF dedicati alla saturazione del grasso, può ulteriormente migliorare la visualizzazione dell’anatomia ossea riducendo gli artefatti, rimane pero’ marcatamente penalizzata da un punto di vista del tempo di acquisizione


Un vantaggio chiave di questa tecnica è la sua ampia accessibilità: è compatibile con la maggior parte delle apparecchiature e dei software MRI, offre una risoluzione spaziale e un contrasto superiori rispetto ad altre tecniche , e una grande flessibilità diagnostica grazie all’acquisizione 3D isotropica, che consente ricostruzioni multiplanari.
Tuttavia, le sequenze basate su GRE presentano alcune limitazioni. La loro dipendenza dal contrasto T2 le rende sensibili alle variazioni di campo magnetico, ad esempio in presenza di impianti metallici, corpi estranei o depositi di ferro, che possono causare artefatti distorsivi. L’inversione del contrasto non distingue solo l’osso, ma rende anche fluidi, legamenti e tendini iperintensi, riducendo la specificità e rendendo difficile, ad esempio, distinguere una calcificazione tendinea da una frattura da avulsione. Inoltre, queste sequenze non permettono di differenziare tra edema midollare (BME) e sclerosi, limitandone l’utilizzo in alcuni contesti clinici.
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