Non mi era mai successo di avere un risultato cosi (forse grazie alla buona tecnica di posizionamento?) ma é interessante trovarsi davanti a risultati inaspettati…. Piccolo passo indietro, quando facciamo delle dinamiche in T1 , la stessa identica sequenza viene ripetuta più volte nel tempo e viene studiato visualmente e matematicamente l’enhancement delle differenti zone tissutali.
Il modo più semplice é ovviamente utilizzare i software dedicati all’elaborazione dei dati dinamici che consentono di fare prevalentemente tre tipi di operazioni principali:
– visualizzare e scorrere con il mouse la sequenza da un punto di vista della posizione degli slice e della tempistica (di solito su e giu, destra sinistra)
– fornire delle curve di enhancement di punti o ROI posizionate dall ‘utente (per curve intendiamo riferirci alla variazione del segnale tra la fase pre-iniezione e le fasi durante l’impregnazione di mezzo di contrasto)
– fornire delle mappe automatiche a colori che vanno a rappresentare le differenti caratteristiche della curva di enhancement di ciascun pixel/voxel
Sepppur io sia convinto che il modo più semplice e veloce per approcciare l’analisi sia la visualizzazione delle mappe colore descritte nell’ultimo punto, solitamente si utilizza massivamente l’analisi con ROI manuale e creazione della curva
Bhe in questo paziente ho visto un bell’artefatto, con la curva che stranamente nella fase tardiva scende al di sotto del livello considerato come “livello zero”. Questo effetto non é solitamente* possibile perché un tessuto non puo avere una diminuzione del segnale dopo somministrazione di contrasto. Al limite non subisce variazione di segnale e rimane a zero.
![Artefatto curva](http://andreaforneris.com/web/wp-content/uploads/2020/10/WhatsApp-Image-2020-10-21-at-18.54.35-1024x649.jpeg)
La causa dell’artefatto é evidentemente un piccolo movimento della parte anatomica che, avendo aspetto tissutale avrebbe dovuto salire di intensità, come in effetti succede nella prima parte dell’acquisizione, poi anche eventualmente scendere (wash-out) ma non al di sotto dell’intensità iniziale
![](http://andreaforneris.com/web/wp-content/uploads/2020/10/aa-1024x569.jpg)
Per capire meglio quello che é successo ho creato una ROI in una delle zone di interesse e l’ho copiata sull’ultimo frame delle dinamiche. Non é la stessa precisa posizione dell’immagine della curva, ma é lo stesso serve solo per far capire il concetto. Si puo vedere come la ROI nell’ultima immagine non é più completamente nella lesione ma include una piccola porzione della zona di grasso adiacente, che ovviamente ha una intensità molto più bassa e di conseguenza abbassa notevolmente la media dell’intensità misurata dalla ROI portandola sotto l’intensità iniziale. Da qui la curva che scende sotto zero.
E’ comunque la prima volta in vent’anni che mi trovo davanti ad una situazione del genere, probabilmente sono stato fortunato e probabilmente é un’evento abbastanza raro.
(*) quando scrivo solitamente nel testo sopra intendo escludere le situazioni di iperaccumulo di gadolinio nelle fasi tardive che portano ad un effetto di annullamento del segnale da iperconcentrazine (quindi segnale completamente nero), effetto che si verifica solitamente nell’apparato escretore