Quinta tenda - I Faciloni

Quinta tenda - I Faciloni

"Come abituar l'animo umano a pena?"
Dentro il silenzio invano mi chiedevo
Pensiero di quei grami era catena
Che a me levava all'animo 'l sollievo

S'issava ancor vicino un capannone
Coperto da un sottile e chiaro velo
E a quelli che guardavano il tendone
Mostrava il dentro com'era sfacelo

Figuri che a campar facean mestiere
Bensì di sviluppare professione
Di tutte specie e classi poco fiere
Portavano coscienze facilone

Assieme ad un radiografo leggero
Che a spingere un bottone o un'altro è uguale
Trovavan posto dritti a muso nero
Invenatori svelti di pedale

Agli occhi dei passanti alla berlina
Cerniere li avvolgevano sì stretti
Ch'aprir non si potea con mano fina
A soffocar di scherno gli imperfetti

L'ambiente mi volgeva a compassione
Di liberar quei tali ebbi il desìo
Ma spinta avanti fui dal cicerone
E dietro li lasciammo al loro oblìo



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